04.11.2016
[ Casa P. _ breve saggio dedicato ad un progetto di interior design ]
Lo spazio dell’abitare non chiede nulla.
Si offre a chi lo abita con la stessa sincerità con cui chi lo abita lo vive.
La stessa sincerità con cui chi lo progetta ci entra timidamente con le sue linee appena accennate, ancora incerte.
Nelle forme abbozzate di un timido approccio si scorge quello che il tempo trasformerà in un vero e proprio sodalizio dove lo spazio e chi lo abita, uniti da un tacito accordo, si perdono l’uno nell’altro in un continuo e intimo scambio. Un rapporto simbiotico incomprensibile agli altri perché fatto di gesti quotidiani che trovano nei dettagli la loro espressione. Nel progetto di interni, i dettagli sono quei segni silenziosi, immobili nello spazio e sospesi nel tempo, lasciati dal progettista per raccontare l’identità di chi abita conferendo contenuto allo spazio abitato. Ma è in una successiva quotidianità condivisa che questi dettagli diventano gli strumenti attraverso i quali chi abita si relaziona con lo spazio stabilendo quel rapporto simbiotico che solo lì raggiunge l’apice della sua intensità e della sua sincerità. Perché il dettaglio chiede sincerità, mette a nudo, arriva dritto al punto. E in quel punto concentra tutto, con una soluzione formale perfetta nella sua compiutezza e nel suo equilibrio.
I dettagli, muti o invisibili agli altri, sono le parole bisbigliate, gli sguardi d’intesa scambiati tra due amanti che non hanno segreti. Sono ciò che fa di uno spazio qualunque lo spazio sacro, intimo e inviolabile che solo chi abita conosce. Lo spazio nel quale il progetto entra in punta di piedi a definirne i dettagli. Lo stesso spazio nel quale entro anch’io a passi incerti alla ricerca di quei dettagli: un piccolo appartamento, nel nuovo quartiere residenziale di Ponzano Veneto, dove ritrovo quel tacito e intimo accordo sospeso nell’aria e quelle linee leggere e sincere di un progetto che cerca nel committente il suo diretto e solo interlocutore.
Un pavimento in legno srotolato come un tappeto accompagna e attutisce i passi in ogni ambiente senza interruzione di forma. Su questo palcoscenico continuo galleggiano oggetti pensati e scelti uno ad uno, composti in una scena dove ognuno recita la sua parte. Ogni elemento ha una sua leggerezza, nella forma, nel colore e negli esili appoggi con i quali sfiora il suolo, e tutto si bilancia, tutto rimane sospeso al di sopra di questo palcoscenico.
Credo che l’aria che entra con disinvoltura in questo spazio e che liberamente ne avvolge ogni elemento passando sopra, sotto, di lato e attraverso, sia la vera protagonista della scena. Un’aria che muove ogni cosa e la solleva appena da terra quel tanto che le basta per dare a ogni cosa il suo respiro. La senti sulla soglia e la segui con lo sguardo fino al suo giro di boa attorno alla quinta che al centro della zona giorno traccia il confine tra soggiorno e cucina. S’infila nell’ombra della nicchia dalla quale i volumi chiari della cucina escono silenziosamente come estrusioni sospese. S’infila in quella griglia dal ritmo variabile che riempie lo studio di libri, sistemati con quell’ordinata casualità dello spazio vissuto con spontaneità. Sbircia attraverso il corridoio che lascia intravvedere l’unico accenno di colore, l’abbraccio confidenziale riservato alla parte più intima della casa. L’aria s’infila in questo abbraccio arrivando alla camera matrimoniale trasportata da una linea azzurra, di un azzurro che ha perso la sua intensità e si è fatto pastoso e morbido: un armadio che percorre il corridoio ed entra nella camera sollevandosi da terra portando con sé leggerezza e respiro. La stessa aria che avvolge i due armadi speculari, all’ingresso del bagno, cuciti addosso alle due nicchie nei quali sono inseriti e appena staccati. Infilandosi in quel taglio sottile che stacca gli armadi dalle nicchie, quel filo d’aria incornicia i pannelli di chiusura che ruotano attorno ad un perno centrale fissato a pavimento e a soffitto. È in questi due elementi che lo spazio, chi lo ha progettato e chi lo abita si incontrano. È qui che il dettaglio diventa quella parola bisbigliata, quello sguardo d’intesa che trasforma uno spazio qualunque nello spazio sacro, intimo e inviolabile dello spazio abitato.
immagine di copertina . dettaglio dell’abitazione [Casa P.] _ ph. Lisa De Chirico
immagini . dettagli dell’abitazione [Casa P.] _ ph. Lisa De Chirico