musica silenziosa . exhib

stART Exhibition #1 . 9-18/5/ 2014

mostra collettiva stART Exhibition #1 . Omologazione/Identità . Castello di Conegliano (Tv) . 9-18/5/2014

ho partecipato con l’opera fotografica musica silenziosasi compone di tre parti
melodia . identità nell’omologazione
note . identità assoluta e identità relativa
infinite melodie . infinite identità
 

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Immagino uno spartito.
Immagino le note e le pause.
E immagino il suono.

Poi alzo gli occhi al cielo.
E lo vedo.

Ciò che vedo è musica.

Sedie bianche sospese su un filo
che ruotano, si rincorrono, si cercano, si aspettano, si sfiorano.
Si guardano.

Ogni sedia una nota
ogni nota un suono
ogni suono un tempo.

Non è forse musica questa?
Una musica sospesa
in attesa di essere suonata.

Una musica silenziosa.

  

Sedie bianche, uguali nella forma, nel colore e nella materia. Prodotte per adempiere alla stessa funzione e soddisfare gli stessi bisogni, apparentemente condannate ad una omologazione frutto della produzione in serie. 

Abbandonando ogni pretesa di giudizio, positivo o negativo, questa non apparirà più una condanna ma una condizione necessaria: omologazione e identità diventano condizioni necessarie l’una per l’altra.

E’ nell’ omologazione che ogni soggetto trova la propria identità.

Nel momento in cui ogni sedia assume una posizione nello spazio, entrando in relazione con le altre, diventa unica. Unica nella forma, nel colore e nella materia.
Perchè unica è la luce che lambisce la sua forma, uniche le ombre che questa proietta su se stessa e su quelle vicine cambiandone colore e consistenza.
La posizione che ciascuna sedia assume le conferisce un’identità spaziale, la luce che la lambisce ne plasma l’identità formale, l’ombra che la sfigura ne scandisce l’identità temporale.
E ciò che conferisce valore a tale identità sono le relazioni che ciascuna sedia instaura con le altre, attraverso la sua posizione, la sua luce e la sua ombra.

Allo stesso modo, in ambito diverso, ogni figura nera segnata sul pentagramma, assumendo una precisa posizione e configurazione, diventa una nota con il suo suono e il suo tempo. Ma è legandosi alle altre note per comporre la musica, che ogni nota si appropria di un’identità, fatta non più solo di suono e tempo, ma di intensità, colore e anima.
Un’identità che non è più fine a se stessa e assoluta, ma relativa e infinitamente variabile.

Senza relazione non c’è omologazione e non c’è identità: è la relazione che mostrando le uguaglianze svela le differenze.

Una sedia sola, sarebbe rimasta solo una sedia.
Una sola nota non fà una musica. 

 

fotografie . lisa de chirico
soggetto . installazione nel Castello Aragonese di Otranto